La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo sorge quasi ai piedi della torre, sull’area dove esisteva la vecchia chiesa. Non si sa quando quest’ultima fu costruita ma una data certa è quella del 25 agosto 1329 quando il vescovo di Ivrea mons.Palaymo degli Avogadro, in seguito alla visita pastorale, scrive che la casa parrocchiale e la chiesa sono in buone condizioni, ma questa è “male ornata”. Circa l’aspetto esterno in una sala del palazzo vescovile di Ivrea esiste un vasto affresco della metà del Settecento rappresentante tutte le chiese parrocchiali della diocesi, riportato e commentato nel libro intitolato appunto “Il salone degli affreschi nel palazzo vescovile di Ivrea”; anche se vi sono buone ragioni per pensare che il pittore abbia lavorato di fantasia.
Le relazioni delle visite pastorali avvenute nei secoli seguenti danno della chiesa e dell’adiacente cimitero un’immagine di disordine e di squallore; nel 1774 poi mons. Pochettino trova che “l’altare maggiore sta andando vergognosamente in rovina …ed è indecoroso” e ne impone il rifacimento. La situazione di degrado era tale che nell’animo dei parellesi nacque il «progetto tante volte proposto e non mai tentato» di costruire una nuova chiesa.
La spinta risolutiva all’attuazione del progetto venne nel 1809 dal proposito del prefetto del Dipartimento della Dora, Auguste Jubé Baron de la Perelle (allora il Piemonte era una provincia dell’impero napoleonico), di sopprimere la parrocchia di Parella destinandola a succursale di quella di Colleretto, a causa, così temevano i Parellesi, delle pessime condizioni della loro chiesa. A questa presunta minaccia i Parellesi reagirono con orgoglio e con forte senso di campanilismo e decisero di costruire una nuova chiesa.
La costruzione, su disegno dell’architetto Astrua di Cuorgnè, e finanziata esclusivamente dalla popolazione con: «precarie pie oblazioni, collette e opere manuali del popolo a fronte di un preventivo di spesa di 9 mila lire», avvenne in due tempi per difficoltà finanziarie: la prima parte comprendente la sacrestia, il coro ed il presbiterio prese l’avvio l’8 maggio 1810 e il 16 ottobre 1811, «dopo meno di 18 mesi, tempo di sterilità e quasi d’estrema miseria per le dirotte e continue piogge, tempo di vedovanza della Parrocchia attesa la morte del degnissimo prevosto D. Dionisio Borgo» ci fu la solenne cerimonia dell’inaugurazione.
Dopo quasi cinque anni ripresero i lavori e la domenica 28 settembre 1817, vigilia della ricorrenza di S.Michele Arcangelo patrono della parrocchia, il vescovo mons. Giuseppe Maria Grimaldi procedette alla consacrazione della nuova chiesa. Negli anni successivi proseguì l’opera di completamento e di abbellimento: nel 1819 furono costruiti i due altari laterali, l’uno dedicato a Santa Apollonia e l’altro a Maria Ss. del Carmelo; è del 1852 il disegno del rivestimento ligneo del coro, «uguale a quello della chiesa parrocchiale di Samone», eseguito nel 1856; è del 1860 il progetto della decorazione della cupola con «l’eterno padre con vari putti e i 4 evangelisti coi loro attributi e accessori»; probabilmente del 1864 è la costruzione del portone d’entrata.
Nel 1942 l’altare maggiore in muratura, la balaustrata in legno ed il pavimento del battisterio furono sostituiti con gli attuali in marmo, voluti da don Ottello, progettati dall’ing. Tancredi Aluffi e donati dal comm. Giacomo Barattia.
Durante il periodo di don Ottello la chiesa si arricchì pure di alcune statue: nel 1927 quella dell’Immacolata offerta dalle giovani e quella di S.Luigi offerta dai giovani; nel 1928 quelle del S.Cuore donata dalle signore Martellono e Barattia Pina, di S.Michele donata da don Gallo e di S.Antonio donata da Demaria Virginia. Inoltre l’altare di santa Apollonia fu corredato della nuova icona della santa, opera del pittore Ponchia.
In seguito al Concilio Vaticano II l’altare in marmo non venne più utilizzato e l’attuale altare “conciliare”, in legno di noce canavesano, nel 1990 è stato progettato e costruito gratuitamente da Gino Vernetto, con l’aiuto di Rinaldo Grosso, rispettando lo stile delle altre strutture lignee della chiesa; il pannello centrale rappresenta la cena di Emmaus, la prima messa celebrata dopo la risurrezione di Cristo.
Nei numerosi documenti relativi alla costruzione dell’attuale chiesa non viene mai citato il campanile, e quindi è possibile che esso sia ancora quello preesistente, sopraelevato nel 1936 sino all’attuale altezza. Nei più antichi ordinati del Comune in cui si parla di campane, risultano essere due, di proprietà del Comune stesso che, dati i molteplici servizi delle campane ad uso civile, provvede alla loro manutenzione e a nominare e stipendiare il campanaro; nel 1790 il Comune decide l’acquisto di un orologio da installare sul campanile, orologio che nel 1831 viene sostituito da uno nuovo, con formazione di un quadrante «onde veder girante la sfera … per comodo della popolazione». In una lettera senza data, ma scritta sicuramente a cavallo dell’anno 1800 e indirizzata al Vescovo, il parroco don Borgo conferma «avere questa Chiesa Parrocchiale di Parella 3 campane, due della Comunità ed una più piccola della Compagnia di Santa Apollonia … ».
Nel 1990 le campane sono ancora tre: ma la campana grande, del comune, nel 1934 è stata sostituita in seguito a rottura con quella attuale, a cura e spese della popolazione. Nel 1990 il comune provvede a sostituire il vecchio orologio a contrappesi di sua proprietà con un moderno orologio elettronico, dotandolo pure di un sistema automatico di suoneria delle ore, del segnale tradizionale del mezzogiorno e dei segnali relativi alle sacre funzioni, e provvede al rifacimento delle scale di accesso alla cella campanaria. Pertanto il segnale del mezzogiorno, come le due tradizionali Ave-Maria, viene lanciato non più da un semplice, ritmico tin-ton ma da un brano sonoro armonioso, gradito (più o meno) alle orecchie dei parellesi e sgradito a quelle dei cani, che accompagnano il motivetto con guaiti di sofferenza. Nel 1991 il comune fa eseguire un’operazione di “maquillage” alla facciata esterna del campanile, completandola con l’installazione di un impianto di illuminazione esterna aggiornato nel 2015 con moderni faretti a led ed esteso alla facciata della chiesa.